Ci resta di compost

 

CI RESTA DI COMPOST

Il progetto “Ci resta di COMPOST” promosso da Alea Ambiente è un progetto di comunicazione e formazione trasversale e multicanale rivolto a cittadini, amministratori e tecnici comunali, studenti e soggetti economici.
L’obiettivo generale della campagna è quello di guidare il cittadino al corretto smaltimento dei rifiuti organici e dei materiali in bioplastica compostabile, in modo da condurlo ad una matura consapevolezza del fatto che i risultati in termini di percentuale di differenziata, di efficacia delle raccolte, di rispetto dell’ambiente e di un più equo utilizzo delle risorse, dipendono, in larga misura, dalla compartecipazione di ogni singolo individuo.

Il progetto è finalizzato a:

  • sensibilizzare ad una corretta separazione dei rifiuti focalizzando in particolare sulla raccolta dell’organico e dei materiali in bioplastica compostabile
  • coinvolgere tutti per aumentare la consapevolezza di come gli imballaggi in bioplastica compostabile siano di supporto all’aumento della qualità e quantità del rifiuto organico
  • promuovere il riconoscimento degli imballaggi in bioplastica compostabile e del loro corretto conferimento insieme al rifiuto organico
  • informare sul riciclo del materiale in bioplastica compostabile, focalizzando sul prodotto finale, il compost, come risultato di una corretta raccolta dello stesso
  • fornire strumenti e contenuti agli studenti e al corpo docente per promuovere educazione ambientale nelle scuole con i corretti contenuti in riferimento alla raccolta degli imballaggi in bioplastica compostabile

Ci resta di compost

 

La bioplastica compostabile: un materiale sostenibile

Pur essendo simile per caratteristiche alla plastica sintetica tradizionale, sia per leggerezza che per resistenza, la bioplastica compostabile ne rappresenta un’alternativa sostenibile a basso impatto e ad alte performance d’uso e di servizio. Consente infatti cicli di vita dei prodotti più sostenibili nell’ambito di un’economia circolare.

 

Cosa si produce

La bioplastica compostabile viene utilizzata per produrre sacchetti per frutta e verdura, buste della spesa, piatti, bicchieri, vassoi, posate o ancora pellicole estensibili, retine, sacchi, capsule per il caffè e thè o vaschette per il gelato.

 

Cos’è

Ci sono molti tipi di bioplastiche:

• alcune sono a base biologica, ovvero derivano da sostanze vegetali e animali

• altre sono biodegradabili, ma non compostabili, pur essendo ottenute da fonti fossili (petrolio)

• le più virtuose, infine, sono biodegradabili biobased

 

Biodegradabile e Compostabile

Biodegradabile è un materiale, non necessariamente di natura esclusivamente organica, che si decompone in un arco di tempo e in condizioni particolari (in un impianto industriale) formando elementi quali sali minerali, acqua, anidride carbonica ecc. Compostabile, invece, è un materiale che in tre mesi, in un impianto di compostaggio, diventa compost, terriccio fertilizzante ricco di proprietà nutritive per il terreno. Solo ciò che è compostabile ha le stesse caratteristiche dei nostri scarti organici: per questo è necessario prestare attenzione all’etichetta e conferirli insieme nel contenitore marrone.

 

Come si riconosce

La normativa europea (UNI EN 13432:2002 e UNI EN 14995:2007) definisce le caratteristiche che un imballaggio o un manufatto deve possedere per poter essere definito “compostabile”, riconoscibile dall’etichetta: sono presenti i simboli del CIC, Ok Compost, compostable e DIN industrial compostable. Solo la presenza di uno di questi simboli garantisce che è possibile raccogliere i prodotti in bioplastica compostabile insieme all’umido domestico.

 

Come si ricicla

La bioplastica compostabile certificata va riciclata insieme ai rifiuti organici, gettata quindi nel contenitore marrone: in questo modo si trasforma in compost, un fertilizzante naturale molto utile per il terreno. Una volta raccolti correttamente nella frazione umida organica, gli imballaggi in bioplastica certificata vengono trattati in impianti di compostaggio industriale.

 

COSA GETTARE NELL’UMIDO:

  • Scarti di cucina, avanzi di cibo
  • Piccole ossa, scarti di frutta e verdura
  • Bastoncini in legno per gelati
  • Fondi di caffè e filtri di tè (leggere bene la confezione)
  • Alimenti avariati e scaduti
  • Tappi di sughero
  • Resti vegetali, quindi piante, fiori, erba, ma in piccole quantità
  • Tovaglioli di carta sporchi di cibo
  • Escrementi di animali di piccola taglia
  • Imballaggi, stoviglie, posate e bicchieri monouso in plastica biodegradabile e compostabile certificati EN 13432

COSA NON GETTARE NELL’UMIDO: 

  • Lettiere per animali (a meno che non siano biodegradabili)
  • Carta per confezioni alimentari (carta oleata, plastificata o con alluminio)
  • Pannolini e assorbenti
  • Mozziconi di sigaretta
  • Polvere o altri materiali derivanti dalla pulizia della casa
  • Sacchetti dell’aspirapolvere
  • Tessuti
  • Legno verniciato
  • Piante malate
  • Plastica, vetro, metalli

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